venerdì 7 dicembre 2012

Commenti a Un sogno da ritrovare

Questi sono due dei commenti lasciati sulla pagina del mio romanzo...
li pubblico anche qui e ne approfitto per ringraziare ancora una volta 
tutti quelli che hanno apprezzato Un sogno da ritrovare.
Grazie!

Ci sono alcuni libri che si lasciano scoprire pagina dopo pagina e non si vorrebbe finissero mai. E’ questo il caso di "Un sogno da ritrovare". Un libro delicato, poetico in alcune parti che parla di sentimenti con una delicatezza che al giorno d’oggi raramente si trova. Complimenti Letizia. Lo consiglio.
(Sara Magagnotti)


Un romanzo delicato, poetico,che si alterna tra il reale e il sogno.A volte toccante.Scritto bene,si legge tutto di un fiato,incuriosisce, emoziona.Oggi giorno sono poche le persone che nello scrivere hanno questa caratteristica. Brava Letizia Salomone auguro a te una possibile e lunga carriere da scrittrice.
(Angela Giovinco)

Eravamo in una città nuova. Conoscevamo gente nuova. Respiravamo aria nuova. Ma Sigismondo era sempre lo stesso. Nulla in lui era cambiato. E quel passato che tanto avrebbe voluto scrollarsi di dosso, era ancora lì. Nuove domande facevano capolino tra i suoi pensieri mettendo totalmente in discussione ciò che era. E la sua strada. Ecco, era proprio quello il punto. Proseguire o deviare. Si sentiva immobilizzato da una valanga di sensazioni opposte che venivano giù incessanti e incuranti di ciò che avrebbero sradicato e cambiato per sempre con il loro passaggio.
Passava le sue giornate a camminare per le strette stradine d’oltrarno. Sentiva il bisogno di perdersi per poi ritrovare la strada del ritorno. Osservava volti e ascoltava voci sconosciute. In ognuna cercava di trovare quel qualcosa di familiare che lo facesse sentire meno solo. E quando solo si sentiva davvero, ritornava in luoghi conosciuti dove incontrava quei volti divenuti familiari nel breve periodo trascorso in quella città. A volte rientrava a casa. Lì c’era sempre Lorenzo ad aspettarlo. E quel bambino, devo dire, era diventato un punto fondamentale nella sua esistenza.

Da "Un sogno da ritrovare"

mercoledì 7 novembre 2012

Il "momento giusto"...?


 Ci sono momenti nella vita in cui capita quel che non ti aspetti. Succede quasi sempre quando non si è pronti, quando non ci si trova nel cosiddetto “momento giusto”. Mi son sempre chiesta se esiste davvero un momento giusto per ogni cosa, o siamo solo noi a decidere come muovere il filo che regge la nostra vita.
  Mi è passata allora davanti l’immagine di quel treno che in molti perdono ad esempio ogni volta che ci si lascia sfuggire un’occasione…e, come se riuscissi a vedere esattamente quel che accade, le immagini di una donna ai bordi di un binario cominciano a crearsi nella mente…

 Il vento freddo di quella mattina s’insinuava prepotente nei suoi capelli e nelle ossa. Seduta ai bordi del binario cinque, era immersa nel groviglio di pensieri che da giorni le occupavano la mente. Tra le mani racchiudeva un volto impossibile da osservare. Era un’immagine impenetrabile.
 Da lontano il rumore stridente di rotaie lasciò che quelle mani si aprissero per guardare oltre il muro che aveva innalzato. Osservava il treno che davanti a se si muoveva. Lo vedeva passare ma le sue gambe erano pesanti per riuscire a muoversi, per portare il peso di quel corpo a pochi metri dal punto in cui era. Quel treno era lì, a poca distanza da lei, eppure lo osservava senza riuscire a fare nulla per poter salire su.
Lo vide solo ripartire. Poi le sue mani tornarono sul volto. Quel momento era il suo momento. Sbagliato forse, ma pur sempre suo. 

...lo so...è arrivata l'ora di crearmi un altro blog! :)

Letizia

lunedì 5 novembre 2012

Legami d'amore



Come ho già fatto in altre due occasioni su questo blog, mi prendo un piccolo spazio per parlare di altro.
Di un libro… Legami d’amore di Maria Rosa Nuvoletta.
In questo spazio parlo spesso di sogni e del sogno di Sigismondo.
Un sogno da ritrovare. Da afferrare. Ma anche del vivere di sogni, del non abbandonarli
 perché mantengono la fiamma ardente nelle nostre anime.
Non ho mai parlato di sogni infranti. Di quelli lasciati in un cassetto. Di quelli dimenticati perché dolorosi. 
Di quelli che hanno smesso di volare perché le ali e il respiro delle persone 
che li portavano in alto hanno smesso di esistere.
Legami d’amore è la storia di due fratelli, Barbara e Vito, 
di un legame che supera ogni barriera e che rimane sempre lì, 
vivo e pulsante, fino alla fine e oltre la morte.  
Barbara e Vito sono figli di un boss della camorra.
Due figli in bilico tra il bene e il male, costretti a vivere una vita distante da loro,
 costretti tra l’amore e il dolore, diventati altro… 
Vedranno allontanarsi i loro sogni senza poter far nulla per fermarli… soli con un destino segnato…
Questo è uno dei passaggi che più mi ha toccata… 

***

Quanto male, sorella mia. Che freddo, che gelo.
Che c’entriamo tu e io con questa gente?
Che sangue è questo che ci scorre nelle vene?
Cosa ci facciamo noi qui?
Rinnegare, restare, scappare, pregare, bestemmiare?
Come faccio a vivere con questa cosa dentro?
Come faccio a respirare, a guardare il mare, a sentire
gli odori senza avvertire il fetore, a mangiare senza
provare disgusto, ad amare senza detestare, a parlare
senza ammutolire come Sonia, a camminare senza
indugiare, a sorridere senza lasciar scorrere il pianto?
Come si riscatta tutto questo?
Di chi siamo figli, di cosa siamo fatti?
Come faremo a continuare a essere diversi da loro,
portando lo stesso nome e lo stesso terribile destino?
Come farò a non odiare me stesso per non avere il coraggio?
Come farò ad amare Andrea senza sentirmi complice
del Male, a esserti fratello senza averti protetta, a
essere figlio senza maledire tutta la mia stirpe?
Ti lascio sola ad affrontare ciò che non sai. Ti lascio a
comprendere l’incomprensibile. A vivere nel terrore.
Ti lascio in guerra, in tempo di pace.
‘Sono finite le ore.’ E’ la frase che ripetevi quella notte,
nel delirio, mentre ti accarezzavo. Ci penso sempre.
Don Armando Cortese, nostro padre, mi manda via.
Un uomo d’onore non può reggere la vergogna di un
figlio omosessuale e pure coniglio. Il figlio di Cortese
deve essere un uomo, fedele alla legge dell’omertà.
Non essendo né l’uno né l’altro è necessario che sparisca,
che mi nasconda, e che sia riconoscente per aver
avuto salva la vita grazie al privilegio di essergli figlio.
Così mi allontana in cambio della vita.
La mia vita, ma anche quella di Andrea.
Sogghigna il Male, mentre gioca con i destini come
fossero birilli da far cadere in un sol colpo sul tavolo
da biliardo.
Scommette. Vince.
Vincono, sorella mia, non c’è gioco. Bisogna ritirarsi.
Ma esiste un luogo in cui i vinti hanno dignità? C’è un
posto nel quale si possa sfuggire al proprio disgusto?
Il mondo per noi è diviso in due: quelli che ci lusingano
e quelli che ci schifano, ma per entrambi siamo
solo un cognome.
Tutto accade nostro malgrado: la diffidenza, il cinismo,
la mancanza di speranza, la fine di ogni sogno,
la caduta degli ideali, la solitudine, l’essere orfani per
una guerra maligna.
Dov’è finito l’amore di Massimo? Dove finirà l’amore
di Andrea?
E il nostro amore, dove andrà a finire?
Nel rimpianto di ciò che poteva accadere e non è mai
successo.
E’ un luogo stretto questo, dove si soffoca. Dove nessuno
ti riconosce perché diventi altro da te stesso.
C’è stato un tempo in cui ci siamo ritrovati in mezzo
al fango, a condividere l’impegno civile, a proteggere
la storia di una città, a mangiare pane e mortadella
nelle cuccette di un treno fermo trasformato in
ostello. Eravamo sporchi di sporcizia pulita.
C’era un tempo in cui eravamo fieri di chiamarci Cortese
perché quel nome firmava biancheria fatta a mano
e pagava onestamente il nostro pane.
L’unica cosa che lega quel tempo a questo è il bene che
ti voglio, un bene silenzioso, attento, discreto, che fa vicina
la lontananza, che rende certi nell’indecisione, che
sa senza parlare tanto.
Forse non sono riuscito ad amare nessuna donna
perché non reggeva il confronto con l’amore che ho per te.

                                                                                Vito

mercoledì 31 ottobre 2012

Un gioco che lega i due oltre il confine della morte.


“ Vedi Sigismondo, ognuno di questi libri possiede in sé qualcosa di unico e speciale. Ognuno di loro può essere un caro amico. Può indicarti una strada giusta da seguire, un pensiero da accogliere e donare, un mondo difficile da visitare o meraviglioso da immaginare! ” Era così affascinante il suo modo di fare e di parlare che Sigismondo ne era totalmente catturato. E i ricordi, ancora adesso, gli davano le stesse sensazioni di un tempo. Forse era anche per questo, per i ricordi, che negli ultimi tempi tornava spesso nella sua vecchia casa, dove madre e fratello ancora vivevano. Tornava in quel posto per rimanere chiuso per ore in una sola stanza. La loro stanza. La stanza in cui lui e suo padre si rifugiavano per ore intere a leggere quell’infinità di libri, che ancora oggi invadevano la vecchia libreria, e in parte, la sua nuova casa. Il profumo che avvolgeva quel mondo racchiuso tra le quattro mura era inconfondibile. Odore freddo del buio, vecchio di legno, fresco di luce, caldo di carta. Un odore misto al ricordo di un padre che rimarrà vivo per sempre. O forse era lui stesso a mantenerlo ancora in vita, a non lasciarlo andare in quell’angolo dei ricordi nella memoria che voi tutti possedete. Ma questa è una storia diversa. E’ un legame diverso. Un distacco diverso, che implica il totale coinvolgimento di un figlio in un gioco che lega i due oltre il confine della morte. Sigismondo non riusciva ancora a staccarsi da quella figura. Non riusciva, o non credeva di riuscire ad affrontare la vita da solo, senza quella che per lui era stata da sempre una guida.
Ritornava quindi in quella stanza per ripercorrere ogni singolo giorno passato insieme. Non tralasciava nulla. Nessun dettaglio, nessuna sfumatura. Era un ritorno al passato il suo. Riviverlo, per poter godere ancora, e ancora, di quei meravigliosi istanti di vita passati con lui.

Da "Un sogno da ritrovare"

lunedì 22 ottobre 2012

Un grazie a voi!

 Stasera vorrei fare una cosa. Qualcosa che faccio spesso ma non abbastanza...
Dire grazie!
Grazie a tutti quelli che hanno letto Un Sogno da Ritrovare...
a tutti quelli che leggono i singoli post lasciati sia su questo blog che sulle mie pagine Facebook...
a tutti quelli che mi hanno scritto quanto le mie pagine li abbiano colpiti...
a tutti quelli che lo acquisteranno...

Grazie!!
Grazie davvero!!!


La chiave nella serratura faceva fatica a girare. Fece piano per non disturbare il silenzio della notte e pensò che l'indomani avrebbe trovato una soluzione. Non appena fu entrato, un profumo intenso lo invase. Gli ricordò qualcosa, anche se in quel momento non capiva cosa. Attraversò il salotto e, dopo essersi tolto i vestiti e fatto una veloce doccia, sprofondò sulla poltrona, convinto di rimanerci pochi minuti per poi andare a letto. Guardò l'ora. Erano le due.
Gli occhi si fecero pesanti fino a chiudersi.
Buonanotte gli sussurrai.

Notte... :)
Letizia

sabato 20 ottobre 2012

Non c'è un'età per sognare, nè una per amare...

...Sigismondo e sua madre si erano seduti. Lei sulla poltrona e lui, lì accanto, sul tappeto.
"Dimmi, come stai?" chiese lei al figlio.
"Non avrei dovuto urlare in quel modo poco fa. E' solo che..." e abbassò lo sguardo a terra.
"Lo so! So quanto ti manca!" aggiunse lei accarezzandolo. "Sai, più passa il tempo, più gli assomigli. Sei diverso. Proprio come lui."
"Diverso? Perché diverso?" e abbassando ancora una volta la testa disse: "Questa è una di quelle parole che ti relegano in un angolo!"
Un velo di tristezza calò sul suo volto. Poi, guardando negli occhi sua madre, continuò.
"Mamma, non uasare quella parola. Vorrebbe dire mettere una linea di confine tra te e me, tra te e gli altri, ed io non voglio!"
..."Forse è me che relego in un angolo, non te!"
"Allora non farlo!"
"Sai, una volta non ero così. Quanto sono cambiata negli anni. E la perdita di tuo padre non mi aiuta di certo" ... "forse non l'ho mai avuto. Forse l'ho avuto solo per pochi attimi!"
Sigismondo era lì accanto a lei, immobile ad ascoltare quelle parole nuove. Mai accennate. Mai da lui comprese. Sua madre stava aprendo in qualche modo il suo cuore e a lui, non rimaneva altro da fare, se non accompagnarla per mano in quel viaggio dell'anima.
... "Sai cosa ti direbbe papà?"
"Cosa?"
"Ti direbbe che hai smesso di sognare!"
E lei, con un leggero sorriso ad illuminare il viso: "Tesoro mio, non ho più l'età per farlo!"
"Mamma, non c'è un'età per sognare! Non c'è un'età per Amare!"
"Tuo padre sarebbe fiero di te!"

Da "Un Sogno da Ritrovare"

lunedì 15 ottobre 2012

Non voglio sapere come hai fatto a trovarmi, nè come sei arrivata fin qui. Sono felice di vederti.


...lei era in piedi e lo guardava senza riuscire ad emettere nessun suono. Quando la vide rimase impietrito. “Sei tu?” furono le uniche parole che riuscì a trovare.
“Si!”...”Scusami se sono piombata qui in casa tua ma...”
“No, non scusarti!” e avvicinatosi a lei toccò le sue labbra con due dita e disse ancora: “non scusarti!”. Quell'istante sembrò durare un tempo infinito.
“Non voglio sapere come hai fatto a trovarmi, né come sei arrivata fin qui. Sono felice di vederti.”
“Mi spiace se ieri sono...” cercò di dire lei, ma le labbra di Sigismondo si erano già poggiate sulle sue e nessuna spiegazione o parola, in quel momento, riuscirono a fermare quello che entrambi desideravano fortemente. Le loro mani cominciarono a sfiorare quei corpi sconosciuti. Ad occhi chiusi s'immersero nel profumo della loro pelle, nel sapore di quel bacio. Piano si sfilarono quel che avevano addosso lasciando i loro corpi nudi stringersi e scaldarsi. Lei, aveva ancora al collo il lungo foulard verde. Lui glie lo sfilò. Lo annusò cercando di trattenere quel buon odore e poi, lo lasciò cadere.

domenica 7 ottobre 2012

Se non ci credi, non lo troverai!


“Forse hai ragione. Forse non siamo mai stati realmente innamorati io ed Ettore. O meglio, non abbiamo mai conosciuto realmente l'Amore. Quello profondo. Ma io non credo che non possa essere eterno. Questo no. Credo che, quando due cuori fatti per crearne uno soltanto s'incontrino, non c'è nulla che possa allontanarli. Nemmeno il trascorrere del tempo. …
Ormai nessuno più crede nell'Amore. … Forse è questo il punto.
Se non siamo i primi noi a credere in lui, mi spieghi come possiamo pretendere che duri in eterno? 
Se non ci credi, non lo troverai!
Da Un Sogno da Ritrovare

sabato 15 settembre 2012

E ancora una volta...realtà e illusione si confondono...



E' tanto che non scrivo. E' tanto che non trovo il mio spazio per farlo, il bisogno di farlo. Questa sera una frase mi ha messo tra le mani il mio romanzo. Non lo rileggevo da un po', forse mesi, ed è stata una sorpresa ritrovare qualcuno tra quelle pagine.
Il sogno di Sigismondo non è altro che un dialogo nell'anima. Un sogno duro da affrontare, ma grazie al quale, un giovane uomo, ritrova se stesso.
Probabilmente nel momento in cui si affrontano temi universali, è naturale trovare delle storie o semplicemente delle sensazioni simili a tante altre.
Forse è questo che è successo a me.
Ed ecco che, quello che per me è irreale, per qualcun altro è vita vera.
E ancora una volta, realtà e illusione si confondono...

...Realtà e sogno. Vita vera e illusione.
Dov'è la differenza?
Forse non c'è.
La realtà è sogno...il sogno è realtà.
Dove finisce l'uno e comincia l'altro?...”

venerdì 22 giugno 2012

Un sogno da ritrovare: alla ricerca di una frase.

Era alla ricerca sporadica di una frase. Di quella frase.
E per trovarla non avrebbe potuto far altro che leggere. Leggere il nuovo, ma anche quel che, 
in passato, i suoi occhi già avevano accarezzato.
E per accarezzare ancora quelle pagine, quasi tutte le mattine entrava in libreria. Ciò che ai suoi occhi poteva sembrare interessante o semplicemente evocare una sensazione, diventava il suo pane mattutino. E lì, tra pagine e fiumi di pensieri, passava le sue ore, incurante del tempo che inesorabile portava via piccoli pezzi di vita. 
Fino a quel giorno.
Fino al momento in cui, una tazzina di caffè in mattoncini colorati, 
distolse il suo sguardo verso qualcos'altro.

 Da Un sogno da ritrovare

martedì 12 giugno 2012

Un sogno da ritrovare: un percorso strano e misterioso.

Solo in quella stanza illuminata da un tiepido sole mattutino, rimase a pensare a quel buffo bambino che tanti sorrisi riusciva a strappargli ma tante altre riflessioni riusciva a scatenargli. Pensò che tutto quello che gli stava accadendo fosse sì strano e misterioso, ma piacevole e pieno di belle emozioni. Era di questo che voleva vivere e fu per questo che decise di prendere quell'appartamento in affitto. Due persone piacevoli con cui condividere un percorso e una città affascinante nella quale disegnarlo.
Da "Un sogno da ritrovare"

mercoledì 6 giugno 2012

Un sogno da ritrovare: il vibrare dei loro corpi sotto nuvole di seta e cotone


Erano lì, a due passi l'uno dall'altra. Li ascoltavo. Percepivo quelle sensazioni. Il vibrare dei loro corpi sotto nuvole di seta e cotone. Ero lì a chiedermi perchè i loro occhi, invasi dalla voglia di cercare gli altri, non si voltassero. Perchè quelle mani racchiudevano in un pugno l'istinto di accarezzarne delle altre. Perchè due corpi eccitati al pensiero di sfiorarsi rimanessero immobili sottoposti alle forze di ragione e paura. Ma senza rendermene conto, loro erano già lontani. Attraversavano le vie buie di quella città a passi lenti, cercando di fissare ogni singolo istante nelle pagine dei ricordi. Le parole dello scrittore ancora nella mente, e prepotente nell'anima batteva il leggero tocco dell'amore.

domenica 3 giugno 2012

Un sogno da ritrovare: un ricordo adagiato in un angolo

Molti cambiamenti erano già avvenuti nella vita del nostro giovane amico, ma tanti altri ancora stavano per affacciarsi lungo il suo tragitto. In tutto questo cambiare, vivere, rivoluzionare ciò che si ha e si è, Sigismondo aveva quasi dimenticato il motivo per il quale aveva abbandonato la sua casa. Era sicuramente positivo l'approccio che riusciva ad avere con l'inizio di una nuova vita ma quel che aveva lasciato non lo avrebbe abbandonato con tanta semplicità. Ogni abbandono lascia dietro un ricordo, ed il suo era un ricordo che aveva un peso, un peso sulla sua anima. Per un po' riuscì a tenerlo a bada. Lo aveva adagiato in un angolo ad attendere il momento migliore per essere riletto. Si, proprio come uno dei tanti libri pronti ad aspettare di essere presi tra le mani per rendere vivi parole, volti e sfondi nuovi. Ed il ricordo di cui parlo aveva a che fare proprio con uno dei libri che negli anni aveva accarezzato.

Da Un sogno da ritrovare

lunedì 28 maggio 2012

Un sogno da ritrovare: Questo è ciò che sono.


Esisto da quando tu esisti.
Esisto da quando la luce stessa esiste.
Da quando bacia ogni filo d'erba.
Da quando filtra le trasparenti acque arrivando nel più
profondo degli abissi.
Esisto da quando il primo uomo è venuto al mondo.
Esisto dall'incontro di due sguardi.
Dall'incontro di due voci.
Esisto.
Da sempre esisto.

Curato. 
Odiato.
Amato.
Disprezzato.

Vivo. 
Pulsante.

Bambino.

Questo è ciò che sono.


Da Un sogno da ritrovare

sabato 19 maggio 2012

...

Come si fa a rimanere in silenzio in un momento come questo?
Continuare quello che si fa ogni giorno senza lasciarsi toccare, senza fermarsi, 
non pensare e continuare.
Preparare il pranzo come ieri, uscire e scherzare come ieri, sorridere come ieri...
Qualcosa è cambiato.
Una vita spezzata e una domanda assordante che chiede... perché?


Letizia

giovedì 17 maggio 2012

Un sogno da ritrovare: ritrovarsi da soli.


Sai Lorenzo, a volte si cresce camminando a piedi nudi su una strada fatta di storie, personaggi e luoghi lontani. La percorri perché qualcuno ti accompagna in quel cammino. Ti tiene per mano. Poi capita che quel qualcuno ci lascia soli su quella strada e nulla è più come prima. Hai paura e non sai qual é la direzione giusta in cui andare. La rabbia sale e quel cielo che prima sembrava di un azzurro limpido si colma di pesanti nuvole. Quella serenità che credevi di avere, svanisce. Non riesci più a trovarla. E una frase ti trattiene in un punto senza lasciarti andare.

Da Un sogno da ritrovare

Per la luce che vibra nei suoi occhi.

Oggi pensavo di parlarvi di qualcuno. Di un uomo. Di un maestro del cinema che ho rivisto ieri in Tv, e che come sempre avviene, mi ha commossa. Ve ne voglio parlare per la delicatezza di ogni suo gesto, per la profondità di ogni sua parola, per la luce che vibra nei suoi occhi. Voglio parlarvene perchè nel mio romanzo ho lasciato una sua frase. Voglio condividerla con voi e mostrarvi quel che è stato per me "l'incontro" con il maestro
 Ermanno Olmi.


Tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico.
Ascoltai, per la prima volta, questa frase il venticinque maggio 2007; proveniva dallo schermo televisivo e a pronunciarla era qualcuno che, in quel momento, conoscevo poco o niente. Mi ero soffermata ad ascoltare le sue parole, semplici, profonde e in grado di mostrarti, anche solo per pochi secondi, delle immagini ormai sopite nella nostra mente e inesistenti nel nostro quotidiano. Osservavo il suo parlare piano; ogni sua parola era frutto di un pensiero nato per arrivare e penetrare nell'animo di ciascun individuo fosse lì, in quel momento, ad accoglierlo. La sua immagine, le sue parole, non mi abbandonarono più. Erano entrate in me con tanta forza e si erano radicate lì, in un angolo della mia anima, forse ad aspettare il momento giusto per risalire e mostrarmi qualcosa che, fino a qualche tempo fa, mi era oscura. Quella frase ormai faceva parte di me. Mi tornava spesso in mente e si faceva avanti ogni qual volta mi rifugiavo in un libro [...] La frase di cui parlo è tratta dal film Centochiodi. [...]

Avevo da poco visto Centochiodi: quelle immagini, quei volti ed un dialogo in particolare, avevano toccato qualcosa. Decisi che avrei scritto la mia tesi proprio su quel film, ma non avevo idea di cosa mi attendeva lungo il cammino. Oggi posso dire che è stato un profondo, intenso percorso di vita [...] Il merito è solo ed esclusivamente di un uomo che, attraverso la propria voce e quella dei personaggi e delle immagini dei suoi film, ha saputo passare grandi insegnamenti di vita.
Il mio è stato un lungo percorso fatto di immagini che hanno saputo commuovere ed emozionare, di dialoghi che hanno lasciato accesa la luce su realtà dimenticate, e momenti di riflessioni personali su tutto ciò che direttamente e non, il regista cercava di comunicare. Scrivendo ho [...] voluto far sì che venisse fuori l'assoluta umanità e profondità di ... Ermanno Olmi. 

( Tratto dalla Prefazione e Conclusioni della mia tesi )

Letizia

mercoledì 16 maggio 2012

La forza delle parole.

Ieri ho ricevuto una mail che non mi aspettavo.
 Una di quelle cose che d'improvviso capitano e tu rimani lì senza fiato, 
con gli occhi persi nell'infinito. 
Sono quei momenti che porterai con te per sempre!
Le parole! Quanta forza hanno!
Possono ferire o donare Amore... sempre e solo loro.
Quando scrivo, qualsiasi cosa possa scrivere, di qualsiasi argomento io possa parlare, lascio che le parole vengano fuori dall'anima. Non metto mai barriere, cerco di non ostacolarle mai.
Credo sia questo l'unico modo per arrivare ai cuori di chi legge e ascolta le nostre parole.

Letizia

Le forme dell'Amore...


A volte mi chiedo qual è il modo migliore di amare. Se c'è una forma giusta o sbagliata. Me lo sono chiesta spesso negli ultimi tempi. Me lo sono chiesta quando mi sono ritrovata ad ascoltare parole brusche, dette con rabbia, alle persone che si dice di amare. Mi sono ritrovata con una mano stretta sul cuore a chiedermi perché. Perché si tende a puntare il dito? Perché si cerca di trovare un cavillo per sparare sentenze? Perché negli occhi divampa la rabbia e non la passione? 
Divampa il rancore e non l'amore?
Perché dalle labbra vengono pronunciate parole forti, vengono urlate colpe e dispiaceri? 
Perché le mani non stringono mani ma le dita indicano? 
Perché non c'è un abbraccio ma spalle voltate?
E se provi a chiedere: credi questo sia amore?
Ti risponderanno: Si, lo è!
E allora mi chiedo: quale forma d'amore può essere? 
Può esistere un amore che giudica, urla di rabbia, parla di se e non ascolta? 
Un amore che vive di sofferenza e lacrime, che vive di rimpianti e colpevoli da trovare, di difetti e del non sopportare, di lontananze e non condivisioni... può esistere? Può essere amore?

"Aurora credi che tutte queste persone stiano sognando?"
"Certo! Tutti sognano, o almeno, dovrebbero farlo!"
"Allora stanno vivendo?"
"Si, stanno vivendo."
"Anche amando?"
"Si, anche amando."
"Quindi Amano, Vivono, Sognano?" chiese Mondosigis.
"Si, credo di si! E tu? Cos'è che pensi?" domandò a sua volta Aurora.
"Non credo lo stiano facendo!"
"Perché no?"
"Credo che Amare equivalga a Sognare, e Sognare equivalga a Vivere. 
Ed io non credo stiano vivendo!
Amare è un donare, un condividere qualcosa. Non è un bisogno. Non è un atto di egoismo. 
Non è possedere... incatenare... Credo che più che Amore sia un bisogno mascherato d'Amore!"
"Quindi l'Amore di cui parli nasce dove non c'è bisogno d'amore... giusto?"
"Giusto! L'Amore nasce nel silenzio, nella pace interiore, non nel caos."
[...]
"Faranno un viaggio ma non ne godranno. Saranno dormienti... [...] e quando si sveglieranno forse sarà troppo tardi. Avranno perso la possibilità di godere delle infinite sfumature
 che la vita aveva offerto loro!"
"Forse non è tardi!" le dissi io.
"Hai ragione. Non è mai troppo tardi per Amare!"

Da Un sogno da ritrovare

martedì 15 maggio 2012

Un sogno da ritrovare. Un messaggio per me.

Oggi ho ricevuto un messaggio da una persona che ha letto Un sogno da ritrovare. E' una ragazza che non mi conosce personalmente e quindi, il suo giudizio, è sicuramente libero da ogni forma di condizionamento. Sapere che sono riuscita ad emozionare attraverso le parole, leggere che il mio romanzo è Un libro delicato, poetico in alcune parti, che parla di sentimenti con una delicatezza che al giorno d'oggi raramente si trova, mi ha strappato un sorriso e mi ha riempita di gioia. 
Devo essere sincera con chi legge le mie parole.
Io amo questo romanzo. Lo amo con tutta me stessa. E' parte di me ed io sono parte di quelle pagine. 
Mi emoziona pensarci e, ancor di più, rileggere la storia di Sigismondo.
Credo in quel romanzo, credo nella forza che ha di poter emozionare!
Questo è il motivo che mi ha spinta a pubblicarlo. Questo e nessun'altro.
Ricevere dei pareri positivi davvero mi riempie di gioia, e non finirò mai di ringraziare tutti quelli che hanno acquistato il romanzo e hanno posato il loro sguardo sulle pagine di Un sogno da ritrovare.
Grazie! Grazie! Grazie!
E un grazie, come scritto anche nel libro, va alla forza dei miei sogni, che nonostante tutto, 
non mi hanno mai lasciata sola.

"Cosa direi ai due protagonisti? Beh, credo che... gli direi di continuare a sognare. Di non smettere mai di farlo, dovunque le loro strade li portino e comunque andranno le cose per loro. Non smettere mai di farlo, perchè è l'unico modo per rimanere vivi!"

Da Un sogno da ritrovare



venerdì 11 maggio 2012

Sii imprudente e soprattutto dona.

Ciao a tutti!!
Qualche tempo fa, pubblicai su questo blog, degli estratti di un libro che avevo letto e che mi aveva particolarmente colpito. Lo avevo definito struggente per quanto forte fu leggerlo!
Decisi di parlarne sul mio blog perchè avevo voglia di passare ad altre persone la voglia di leggerlo e provare delle belle emozioni nel farlo. 
Lo farò anche oggi, con un libro diverso, e cercherò di farlo anche in futuro. 
Userò il mio blog, non solo per condividere con voi pillole di Un sogno da ritrovare, ma anche le pagine dei libri che a me, hanno lasciato e lasceranno qualcosa.


Se hai paura di farti male, aumenti la probabilità di fartene sul serio.
 Guarda i funamboli: secondo te, quando camminano sulla corda tesa pensano che potrebbero cadere? No, accettano il rischio, e assaporano il gusto che procura scampare al pericolo. Se passi la vita cercando di non romperti niente, ti annoierai tantissimo, credimi... Non conosco nulla di più divertente dell'imprudenza! [...]
Ascoltami con molta attenzione: l'unica cosa, come dici tu, che ti permetterà di sedurre la donna dei tuoi sogni è proprio il tuo cuore. Non quello a forma di orologio che ti hanno aggiunto alla nascita. Parlo di quello vero, quello che sta sotto, fatto di carne e sangue, quello che palpita. E' con quello che devi lavorare. Dimentica i tuoi problemi di meccanica, così li renderai meno importanti. 
Sii imprudente e soprattutto dona, dona te stesso senza pensare!



Da La meccanica del cuore
Mathias Malzieu

Un sogno da ritrovare. La notte stava scendendo...

La notte stava scendendo come un velo delicato sulla città e Sigismondo era lì ad attenderla. Da Ponte alle Grazie osservava il sole che pian piano scendeva perdendosi dietro Ponte Vecchio. In quei pochi minuti e in quella cornice dorata, si creavano intense e suggestive sfumature, passando da un caldo arancio al blu intenso della notte che avanza. [...]
Sigismondo era evidentemente avvolto e coinvolto nel gioco di luci ed ombre che davanti ai suoi occhi andava creandosi, tanto da non accorgersi che qualcuno, a pochi passi da lui, lo stava osservando. Avvolta in un foulard verde corallo, mosso dal leggero venticello che a quell'ora si era levato, una giovane donna scrutava un uomo che aveva occhi per qualcos'altro. [...] I capelli scuri erano sciolti, abbandonati al volere di leggeri soffi provenienti dalle sue spalle e gli occhi... beh, immaginai scuri come la notte che stava per arrivare.

Da Un sogno da ritrovare 

giovedì 10 maggio 2012

Un sogno da ritrovare. Occhi...

Quando scopri d’improvviso che la vita ti sorride ancora,
non vorresti nient’altro che mantenere quell’irrefrenabile voglia di mostrare al mondo la felicità che ti assale, invade, ricolma e straripa da ogni parte del corpo. Ti senti diverso, migliore e in grado di superare qualsiasi montagna sia lungo il cammino, ad attendere solo il tuo arrivo.  Respiri finalmente a pieni polmoni, lasci che il sole ti accarezzi e illumini,
porgi sorrisi a sconosciuti che incrociano il tuo percorso.  Vivi.
Semplicemente vivi.
Mi chiedo se vi è mai capitato di incrociare due occhi straripanti di vita.
Beh, a me molte volte e il sentimento che ne è derivato non è stato sempre lo stesso.
A volte quegli occhi ti catturano, coinvolgono a tal punto da ricordarli e ammirarli ogni volta che nel ricordo riaffiorano. Altre volte quegli stessi occhi ti allontanano. Quella vita così vita, di colpo ti respinge e getta in un angolo. E lì, del tutto indifeso, resti con le mani sul volto per non incrociare di nuovo quello stesso sguardo. Altre volte, il più delle volte, quegli sguardi non vengono neppure incrociati. Occhi bassi su volti spenti pervadono il nostro tempo. Occhi che non incrociano occhi. Occhi che non ammirano mai la bellezza del cielo, o il vibrare di ogni singola stella. Occhi che non vedono il volo libero di un gabbiano o il semplice sorriso di un uomo al proprio fianco. Con lo sguardo basso, l’asfalto diventa il loro orizzonte, e nemmeno un fiore, fattosi spazio in quel nero di morte per riprendersi in mano la vita, riuscirebbe a catturarne l’attenzione.  Mi chiedo spesso se è questo il mondo che volete.  Se davvero lo desiderate invaso da sguardi di morte. Se davvero per l’incuria e la mancanza di rispetto vorrete vederlo scolorire a poco a poco. E’ come se l’aveste infilato in una lavatrice e pian piano i colori si stessero perdendo.  Dov’è l’interruttore per fermare tutto ciò? Forse basta davvero guardarsi dentro. Forse basta soltanto imparare ad amare. Semplicemente Amare. E per farlo basterebbe ascoltare una voce. Una soltanto. Perché l’unica a possedere la purezza che manca in ogni altra.



Da Un Sogno Da Ritrovare


Letizia

venerdì 20 aprile 2012

Cambiare percorso.

Vi è mai capitato di sentirvi inadeguati in determinati luoghi o situazioni? Di sentirvi mancare il respiro perchè la vostra vita vi sta stretta? Cos'è che avete fatto?
Ieri , un volto a me sconosciuto, mi ha chiesto se era da pazzi lasciare una situazione lavorativa che toglie il fiato, abbandonare tutto e andar via. Beh, forse è da pazzi, ma credo sia coraggioso e giusto farlo.
 Giusto per se stessi. Per vivere una vita piena e che renda felici. 
E poi, perchè è da pazzi cambiare percorso? Non potrebbe esserlo restare?
Vi sto parlando di questo, perchè in realtà vi sto parlando anche e soprattutto di Un sogno da ritrovare. Perchè? Perchè cambiare il proprio percorso di vita per cercare la propria strada, quella che rende felici, felici davvero, è la storia di Sigismondo. Un giovane uomo arrivato ad un bivio: continuare a vivere una vita che forse altri hanno scelto per lui o scegliere di cambiare; scegliere un percorso diverso.

E se non fosse questa la strada giusta?
Io sono qui che cammino... cammino... cammino... Non mi fermo a guardare. Non mi fermo ad ascoltare. Mi lascio guidare. Dall'altra parte è il contrario.
Forse la differenza sta proprio in questo:
noi trasportati dalla corrente verso una meta,
loro trasportati dall'amore, dalla passione, verso il godimento di ogni singolo attimo!
Forse per essere felici bisogna avere soltanto un po' di coraggio [... ]
Voglio poter scegliere i colori, i suoni, gli odori, che riempiranno la mia vita. Voglio poter scegliere la casa in cui abitare, per starci bene dentro, sia oggi che in futuro.
Voglio poter scegliere!

( da Un sogno da ritrovare )

Letizia

martedì 17 aprile 2012

Un sogno da ritrovare


“Dimmi una cosa? La ami? ”
Ettore fissando lo sguardo della madre quasi a voler scorgere chissà cosa, sembrò non voler rispondere alla domanda. Sua madre allora riprese la parola.
“Stella è una carissima ragazza. Mi piace molto. Sto bene con lei… ” 
Interrompendola: “Allora cosa c’ è che non va? ”
“Questo vale per me! Allora... la ami? ”
Con tono infastidito: “ Ma perché mi fai questa domanda? ”
“ Perché l’Amore è vita! Ed io non vedo vita in te! Non la vedo nei tuoi occhi! ”
“ Cos’ è allora che vedi in me? ”
“ Sconfitta. Dispiacere. ”
 Ettore abbassò gli occhi, come a voler fuggire da quelle parole. Ma a volte ci son parole che entrano di prepotenza dentro e continuano a risuonare, a scavare, a creare dolore e sofferenza. Quanto più si cerca di non ascoltarle, tanto più loro continuano imperterrite nel loro andare. E il solo modo per liberarsene è guardarle dritte in volto. Ed Ettore lo sapeva. Ma sapeva anche che guardarsi dentro e ascoltare le tante voci che lo attanagliavano ormai da tempo, equivaleva a dover rendersi conto di errori fatti e situazioni da capovolgere. Era doloroso, e lo sapeva, per questo continuava a non ascoltarle, a far finta che tutto andasse bene. Ma purtroppo, prima o poi, avrebbe dovuto farlo. Ascoltare. Era questo un altro dei suoi limiti. Sembrava non sapesse farlo. O lo faceva solo a tratti. Forse solo con sua madre, verso la quale nutriva grande stima e amore. D'altronde era l'unica che gli era stata sempre vicina, e con la sua dolcezza innata, aveva sempre aperto uno spiraglio di luce in quell'universo buio, da lui creato, che lo avvolgeva totalmente. Era con lei che riusciva a parlare rimanendo calmo. Era con lei che non aveva paura di dialogare. Era con lei che i sorrisi riuscivano a stamparsi sul viso. Era con lei, e con lei soltanto, che dimenticando tutto quello che lo circondava, riusciva ad abbandonarsi a quelle dolci parole cariche d'amore. Era un altro con lei. Forse quel bambino che io ricordavo ancora, era rimasto celato in qualche angolo di quel grande corpo, e solo a tratti riusciva a sconfiggere la possente forza dell'involucro e a venir fuori.


Da Un Sogno da ritrovare



venerdì 13 aprile 2012

"Un uso qualunque di te" di Sara Rattaro



Come promesso, oggi vi lascio qualche riga tratta dal romanzo di Sara Rattaro,
Un uso qualunque di te.

Come faccio a spiegartelo, Viola? Come faccio a dirti che è per lei che io ho imparato ad amarmi, 
che è lei la mia radice, che è la sua stanza che io chiamo casa, che so cosa le piace e cosa le dà 
ribrezzo, a chi ha dato il primo bacio perché sono quasi morto quando me l’ha raccontato, che è tra 
le mie braccia che è caduta quando ha fatto il primo passo della sua vita. […] Ho lottato contro la 
febbre alta, contro il suo mal di mare, le ho spalmato il talco mentolato perché la varicella non le 
segnasse la pelle, l’ho seguita la prima volta che è andata a scuola da sola, mi sono morso la lingua 
e ho trattenuto le mani quando è tornata a casa in lacrime perché le avevano spezzato il cuore. […] 
Ho studiato la storia dei romani tre volte e so Dante quasi a memoria perché lo imparasse anche lei. 
Ho passato serate intere a farle ripetere le tabelline e poi tempo dopo quelle stesse sere le abbiamo 
spese a parlare del valore della verginità e del sesso. Ho provato a spiegarle cosa sono i maschi, 
sperando e pregando Dio che non li incontrasse mai. 


http://narrativa.giunti.it

E' stato definito Un'emozionante confessione femminile così autentica da lacerare il cuore;
non potrebbero esserci parole più giuste per descrivere quello che si prova leggendolo. 
Quelle parole esplodono dentro e lasciano senza respiro. 
Struggente.

Provate a leggere le prime pagine, vedrete che entrerete nel mondo di Viola e non riuscirete ad uscirne
se non, dopo essere arrivati fino alla fine. 


Letizia




mercoledì 11 aprile 2012

Dopo un piccolo inconveniente... eccomi qui di nuovo!


E’ da un po’ che non scrivo. Beh, a volte la tecnologia aiuta, altre meno, e questo è il mio caso… la mia chiavetta internet mi ha abbandonata, non voleva proprio saperne di funzionare! Ma ora eccomi qui di nuovo a parlarvi di me, del mio libro e di quello che mi appassiona o appassionerà.
 In questi giorni, grazie a mia sorella, ho scoperto un romanzo uscito nelle librerie da qualche settimana, ho pensato di parlarvene perché mi ha totalmente coinvolta.
Sapete quelle pagine che proprio non riuscite ad abbandonare? Quelle che vi assorbono totalmente tanto da non riuscire ad uscirne nonostante il telefono squilli, la fermata dell’autobus si avvicini, vostra madre vi chieda qualcosa di incomprensibile alle vostre orecchie? Questo è quello che capita a me quando delle parole riescono a prendermi totalmente. Ieri ad esempio stavo rientrando a casa. Avevo il libro in borsa. Camminando percepivo la sua presenza, come se mi stesse chiedendo di esser tirato fuori e letto. E’ stata una sensazione strana perché di quella sensazione, mai provata prima, ne avevo scritto nel mio romanzo. “… avere quel biglietto in tasca gli metteva addosso una strana sensazione […] Era come se quel bigliettino si muovesse e tirasse a se le mani di Sigismondo. La curiosità era troppa. Non riuscì ad attendere nemmeno qualche minuto in più. Prese tra le mani quel biglietto. Compose il numero. E la chiamata partì…”
Io però, a differenza di Sigismondo, non l’ho tirato fuori dalla mia borsa perché non sono un granchè brava a leggere e a camminare insieme. Vi lascerò un post con una delle pagine più intense.
 Ma ora veniamo al mio di romanzo. Nel periodo in cui non sono riuscita a parlarvi, un po’ di persone, avendo letto il mio libro, mi hanno lasciato dei commenti. Questo è uno di quelli:
“… una prosa molto lieve, delicata, talvolta addirittura poetica, per un sentire che va oltre…”
E poi, sicuramente tutte le altre, piene di stupore, gioia e meraviglia per ciò che avevano appena finito di leggere. Grazie a tutti!

Letizia

P.S.
Il titolo del libro di cui vi ho parlato è: Un uso qualunque di te.

venerdì 23 marzo 2012

Un sogno da ritrovare

"Ora ti svelo una cosa che forse non sai. Spesso, quando tu e tuo padre vi rinchiudevate tra queste mura, io mi avvicinavo con l'orecchio alla porta per ascoltare le sue parole. Tu avrai avuto qualche anno quando lo feci per la prima volta. E' passato così tanto tempo che non ricordo quale libro stesse leggendo, " disse sorridendo. "Rimasi lì per tutto il tempo. Non riuscii a staccarmi dalla porta nemmeno per un istante. La sua voce, quelle parole, il suo modo di coinvolgerti, coinvolse anche me! Da allora, quando potevo, mi avvicinavo alla porta che mi separava dal vostro mondo sognante. Quello era il mio modo per sognare con voi, ed era meraviglioso!"

Il mio bisogno di scrivere.

Negli ultimi giorni è arrivata da più parti la stessa sensazione riguardo all'uscita del mio romanzo: la sorpresa! In molti si sono stupiti e qualcuno mi ha detto che non avrebbe mai pensato a me come "scrittrice". Beh, sapete, ci sono cose che non si dicono nemmeno alle persone più vicine perchè non si sente il bisogno di farlo. Chi di voi sente il bisogno di dire all'amica o alla propria madre che mangia, beve o respira? E' naturale per tutti farlo, senza il bisogno di sottolinearlo.
Io scrivo da sempre. Di qualsiasi cosa. Il mio è un bisogno, esattamente come il mangiare o il respirare. Non riesco a farne a meno. E, in tutti questi anni, non ho mai sentito il bisogno di comunicare questo a nessuno. Perchè farlo? 
E' venuto naturale per me scrivere questo romanzo. Ed è stata un'esperienza unica!
Mi hanno anche detto che ho avuto coraggio. Non so se si possa parlare di coraggio; io parlerei piuttosto di vivere le proprie passioni pienamente, senza avere paura del giudizio degli altri. Se avessi avuto paura di questo, di certo, non lo avrei pubblicato e non mi troverei qui a scrivere queste cose. Quindi, no, non mi spaventa il giudizio, anzi, lo aspetto con ansia.  Voglio sapere cosa gli altri ne pensano. 
Un'ultima cosa... qualcuno ha pensato che Un sogno da ritrovare fosse autobiografico. Beh, non è così. E' totalmente frutto della fantasia. Personaggi, situazioni e, in parte, i luoghi, non sono reali. Ad oggi, per me, è quasi come se lo fossero, ma in realtà niente esiste davvero o è esistito. Man mano che scrivevo, vedevo davanti agli occhi le situazioni, i luoghi; tutto si è creato da solo nella mente. I personaggi mi hanno accompagnata quotidianamente negli ultimi mesi, e spero potranno arrivare presto nelle vostre vite.

Letizia

mercoledì 21 marzo 2012

Pillole di Un sogno da ritrovare

... La loro stanza. La stanza in cui lui e suo padre si rifugiavano per ore intere a leggere quell'infinità di libri, che ancora oggi invadevano la vecchia libreria, e in parte, la sua nuova casa. 
Il profumo che avvolgeva quel mondo, racchiuso tra le quattro mura, era inconfondibile.
Odore freddo del buio, vecchio di legno, fresco di luce, caldo di carta. Un odore misto al ricordo di un padre che rimarrà vivo per sempre. O forse era lui stesso a mantenerlo ancora in vita, a non lasciarlo andare in quell'angolo dei ricordi nella memoria che voi tutti possedete. Ma questa è una storia diversa. E' un legame diverso. Un distacco diverso, che implica il totale coinvolgimento di un figlio in un gioco che lega i due oltre il confine della morte.




martedì 20 marzo 2012

Pillole di Un sogno da ritrovare


Beh, a volte il cuore può creare dei problemi. Quando c’è 
di mezzo quel sentimento così forte da muovere il mondo, 
come in molti affermano, non si sa mai con certezza cosa 
possa accadere, dove quel sentimento possa portare e cosa 
possa riuscire a creare. Quando esplode non c’è barriera che 
possa arginarlo o uomo che possa fermarlo. E’ così, libero 
di andare, crescere, espandersi in un modo tanto rapido da 
infrangere qualsiasi limite imposto da ogni elemento che in 
natura possa conoscersi.  

Eccomi qui di nuovo!
Come molti sapranno, sul sito ilmiolibro.it, è possibile leggere i primi due capitoli del mio romanzo. Io però pensavo di regalarvi piccole pillole tratte dai vari capitoli. Spero vi faccia piacere leggerle e magari chissà, potreste essere coinvolti anche voi dal leggero tocco di un sogno!

Vi ricordo che Un sogno da ritrovare è acquistabile su:
o, a breve,
 su lafeltrinelli.it
 o ancora, è possibile ordinarlo nelle librerie la Feltrinelli.

lunedì 19 marzo 2012

Benvenuti sul mio blog!
Sono Letizia e Un sogno da ritrovare è il mio primo romanzo.
Sembra strano soltanto a scriverlo, eppure è così.
Sapete, ho passato l'ultimo anno a riadattarlo... 
vi spiego meglio.
Questo libro nasce nel 2008 come testo teatrale per il mio esame di regia. Con ogni probabilità, senza quell'esame e, senza il tema da cui sono partita - sogno o realtà? - oggi non sareste qui a leggere 
queste righe. Sin dall'inizio mi sono appassionata ai personaggi che si sono creati dalla mia penna.
Sono entrati da subito a far parte della mia vita. Sono stati loro, è stata la loro forza a dare a me il coraggio di riprendere le loro parole in mano e farle diventare un romanzo.
Sigismondo, Rosaura e Lorenzo sono felici di poter arrivare a quanti leggeranno il loro sogno.
E non smetteranno mai di dirvi che sono qui per regalarne uno a voi!

Lasciate a loro i vostri commenti, perchè sono loro i protagonisti del sogno che leggerete!

Letizia

domenica 18 marzo 2012

Un sogno da ritrovare

Il buio silenzioso di una stanza. 
Una vecchia poltrona consumata dal tempo. 
L'odore freddo di quattro mura bianche. 
Una libreria. 
Un caldo ricordo. 
Un uomo.


Non potrei presentarvi questo romanzo in altro modo.
E non potrei lasciarvi, se non così:
Voglio regalarti un sogno!